Rodi/Grecia 23 Maggio 2020 Foto pubblicata sul sito scientifico https://www.observadoresdelmar.es/Observations/9/5083 04 Maggio 2012 Ormai credo siano pochi quelli che ancora non mi conoscono nell’ambito della pesca sportiva e specificatamente nel surf casting, come pure ci sono tanti che mi seguono tramite il mio sito http://www.fishingtarget.com/ita/index.html fin dal 2003, o la mia pagina Facebook https://www.facebook.com/groups/244752855617612/ dove quasi giornalmente pubblico tutte le novità delle pesca amatoriale che ci riguardano più da vicino, o ancora tramite Twitter https://twitter.com/ACarratello, che io sono un appassionato di Surfcasting praticamente da sempre, e tutto questo senza contare che ho scritto e pubblicato molti articoli in due riviste nazionali di pesca sportiva in Grecia. E’ ovvio che chi pratica come questa tecnica di pesca dalla spiaggia, lo fa soprattutto nel periodo Autunno – Inverno, e in ogni caso a cominciare da Settembre in poi, che è il periodo dell’anno in cui, con il cambiamento di stagione, si fanno vedere le prime mareggiate, i primi pesci “invernali”, e quelli di una grandezza più consistente. In pratica, con queste condizioni, molto più favorevoli che nel periodo estivo, il divertimento è assicurato, se mettiamo anche che le nostre uscite vengono fatte con l’amico con cui ci troviamo bene, il gioco è fatto! Ok, posteggiamo proprio sul piccolo spiazzo a sinistra dell’acquario e dopo aver scaricato le nostre attrezzature, ci avviamo verso la battigia. Non abbiamo fretta, sono le 3,30 del pomeriggio e il tempo è ottimo, non c’è vento, e la serata si presenta molto piacevole. Il tempo di sistemare l’attrezzatura che già ci troviamo in pesca. Inserisco i miei tre porta canne proprio sopra lo scalone creato dalle onde delle navi che entrano in porto sulla battigia e che ha una altezza di circa un metro, e lancio le mie canne a distanze differenti e con differenti esche. Le esche che abbiamo portato con noi per questa uscita a pesca sono: gambero congelato e trattato con sale e un po di zucchero (sia per farlo indurire che per farlo asciugare dall’acqua), seppia fresca comprata al mattino, e americano e bibi come vermi. E’ così che nella New Rip Queen e nella Pencast, dopo aver aver messo un Tandem ciascuno, le innesco con esche alternate: gambero e americano l’una, e seppia e bibi l’altra, mentre la Surf Wonder con il Pater Noster la innesco con il gambero che è un esca più fragile, nel bracciolo in alto, anche per evitare che la minutaglia la facesse durare poco, la testa di una sardina nel bracciolo in mezzo, così da essere distaccata dal fondale ed essere più visibile ad eventuali sorprese, e per ultimo una striscia di seppia che, essendo un esca più duratura, nel bracciolo in basso a rasentare il fondale. C’è da dire che nel caso del Pater Noster, per la fattura dei braccioli ho usato della treccina termo-saldante da 15 lb e ami O’Shaughnessy N.1/0, invece per la fattura dei due Tandem ho usato del monofilo di colore rosso Cajun di 0,30 mm. e ami a Tandem sulla estremità un Kahle Hook bronzato del N. 3 e subito sopra un Aberdeen N. 2. Lancio senza perdere altro tempo a distanze diverse com’è mia abitudine e a qualche decina di metri più qua della punta estrema dell’isola, dove vedo che le due correnti contrastanti fra loro creano un piccolo mulinello di onde appena percettibili e di minore intensità. Quasi da subito Giorgos cattura una mormora di quasi 300 gr. Quindi si presuppone che probabilmente stasera qualcosa si prenderà. Lui usa una attrezzatura più leggera e ami ed esca più piccoli in misura e quantità. Passa un'altra mezz’oretta ed ecco che prende un'altra mormora ma molto più piccola della prima, poi più niente! Mi trovo in compagnia di Giorgos in vicinanza delle sue canne, una cinquantina di metri a sinistra delle mie, quando, mentre davo le spalle alle mie scatta all’improvviso gridandomi: ”Tony, la canna, corri!”, mi giro e da lontano vedo curvarsi la Pencast all’inverosimile, una testata secca e forte. Raramente in pesca si vedono delle tirate del genere, so solo che per piegare una delle mie canne in quel modo, si deve trattare veramente di qualcosa di grosso. Sto per arrivare sotto la canna quando un'altra tirata fortissima sta quasi per far uscire il porta canne dalla sua posizione, sembra che quei 40 cm. o anche più di metallo bronzato piantati dentro la spiaggia non esistessero, è veramente forte la mia mente è in preda a completa confusione mista a sorpresa causa l’adrenalina del momento, entro in una fase di totale di non ricezione della realtà per cercare di capire che tipo di “bestione” possa aver abboccato, e mi ritorna in mente una situazione assolutamente simile avuta diversi anni prima con un pesce serra nella spiaggia di Pozzallo, il mio paese natio in Sicilia. Di sicuro sappiamo solamente che per il posto in cui ci troviamo, fra l’isola di Rodi e la costa Turca, di sorprese ne riserva tantissime: dalle cernie ai dentici, dalle mormore alle orate, dai saraghi alle gallinelle, e altre specie non meno importanti. Meno male che la mia attrezzatura è davvero composta da fibre e tecnologie di ultima generazione, altrimenti non so se avrebbero sopportato una tale sollecitudine. Giorgos è sempre accanto a me, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa non sa cosa deve fare, è più confuso di me, guarda un po la canna e un po il mare, cercando di capire di che razza di pesce si tratta. Una cosa sola è sicura, si tratta di un pesce grosso e il continuo suono della frizione del mulinello ne è una conferma! Il tempo sembra essersi fermato in quel tira e molla disperato, ma d’altronde è stato sempre così quando altre volte mi sono trovato in situazioni analoghe, con l’adrenalina che mista a pensieri e paure di non potercela fare e le gambe che ti tremano… non capisci più niente! Non mi rendo conto di quanto tempo sia passato, ma finalmente si intravede la sagoma quando arriva a pochi metri dalla riva, è veramente grosso, e non sembra sia stanco perché dà battaglia ancora fin sotto il bagnasciuga cercando disperatamente di liberarsi! Ha capito che quello ormai è l’ultimo tentativo che gli resta, ma inutilmente. Lo trascino qualche metro indietro sulla spiaggia per essere sicuro che non mi faccia qualche brutta sorpresa, adesso è il tempo per le foto, ne vale la pena veramente, è un bel pesce palla che poi è risultato pesare ben 8,5 kg. Non ho notizie che siano stati catturati pesce palla più grossi di questo, quindi credo che la mia cattura è un record assoluto nel Mediterraneo e anche se come pesce, dalle nostre parti è molto odiato e il suo valore è zero, in mare, come combattente, è davvero eccezionale. Oltre a questo, quella sera io ne presi altri due dello stesso calibro, e in totale, insieme a Giorgos ne prendemmo altri quattro con pezzature dai 2,5 ai 4.0 kg. Naturalmente, tutti i pesce palla pescati, come tanta altre volte, vengono ammazzati e ributtati in acqua (non sono sicuro che buttando le carcasse nei cassonetti sia una buona idea). |